No alla Candidatura Unesco delle Colline del Prosecco

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L’Assemblea dei Gruppi aderenti a Forum Stop Pesticidi riunita a Conegliano venerdì 3 maggio  ha deliberato la seguente dichiarazione in merito a CANDIDATURA “COLLINE DEL PROSECCO DI CONEGLIANO E VALDOBBIADENE” quali Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

OGGETTO: CANDIDATURA “COLLINE DEL PROSECCO DI CONEGLIANO E VALDOBBIADENE” – MODIFICA TERRITORIO – TRATTAMENTI CON PRODOTTI FITOSANITARI.

Egregio Direttore WH Centre UNESCO

i sottoscritti sono costretti a scrivere la presente in vista del prossimo appuntamento decisivo a BAKU per dichiarare (o meno) le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene quali Patrimonio Mondiale dell’Umanità ed evidenziano i motivi per i quali le colline, così come sono oggi, NON POSSONO ESSERE DICHIARATE PATRIMONIO DELL’UMANITA’.

  1. Le colline ove sorgono ora i vitigni per la produzione industriale del prosecco sono state completamente stravolte a causa degli sbancamenti, eradicazioni di alberi, anche secolari o storici, eliminazione di siepi, tutto ciò per far posto alla MONOCOLTURA DEL PROSECCO.

Il paesaggio non è più lo stesso di cinquant’anni fa o di dieci anni fa, perché laddove c’era una coltura contornata da siepi, prati e boschi, ora ci sono solo viti per la produzione di un unico tipo di vino, il prosecco. Gli altri tipi di vino (Merlot, Cabernet, Raboso, ecc.) sembrano non esistere più e questo va a discapito anche del terreno e delle viti stesse, poiché non tutti i terreni sono adatti per la coltivazione del prosecco e ciò comporta utilizzo di sostanze per impedire che la pianta si ammali.

Il poeta Andrea Zanzotto diceva: “Mi facevano orrore i campi di sterminio ed ora mi fa orrore lo sterminio dei campi”, il poeta lo diceva con riferimento alla cementificazione, noi con riferimento ad una unica distesa di pali in ferro e cemento ai quali sono aggrappati le viti, manipolando e stravolgendo completamente il territorio, eliminando le biodiversità sia in termini di fauna che di flora.

Già questo sarebbe sufficiente, a nostro avviso per ritenere non idonee le colline industrializzate del prosecco ad assurgere a patrimonio dell’umanità.

  1. Nei luoghi in cui è impiantata su scala industriale la vite per la produzione del prosecco (non solo in collina, ma anche in pianura, ovunque si coltivi una agricoltura intensiva), sono scomparsi specie di uccelli per circa il 52%, lo afferma la L.I.P.U.

L’utilizzo dei pesticidi in agricoltura, lo stravolgimento del paesaggio, la eliminazione di alberi e siepi, impediscono il proliferare degli uccelli che, quindi spariscono definitivamente, come il cardellino, l’allodola, la quaglia, la passera mattugia, le rondini, il fringuello, l’averla, l’usignolo, i pipistrelli (unico mammifero volante) che, essendo insettivori, il loro cibo è sterminato dai numerosi e ripetuti trattamenti, una nuvola tossica a pochi centimetri dal suolo che fa strage di insetti di tutti i tipi (è recente l’allarme lanciato dalla comunità mondiale sulla perdita di insetti stimata in circa il 3% annuo).

Le zone deputate a “corridoio per l’avifauna” per la salvaguardia della biodiversità, così come istituiti dai piani della provincia di Treviso, sono stati stravolti e sono resi inutili; i corridoi per l’avifauna erano stati istituiti per far veicolare insetti, uccelli, ecc., corridoi di congiunzione tra varie aree SIC e ZPS, faticosamente istituite con rete natura 2000, aree particolarmente significative, che ora sono in sofferenza.

  1. Il territorio, inoltre, risulta essere estremamente fragile da un punto di vista idrogeologico. Gli sbancamenti ed il conseguente sradicamento di alberi, l’eliminazione di cotica erbosa, nonché gli impianti spesso erroneamente posizionati nei declivi collinari, fanno sì che si innescano fenomeni franosi anche estesi.

Non è un caso se le piogge appena cadute agli inizi di aprile di quest’anno (2019) hanno visto franare una parte di Tarzo (comune in cui massiccia è la presenza della vite).

  1. L’utilizzo massiccio e sconsiderato di pesticidi di sintesi. Come se ciò non fosse sufficiente, in tutte le aree coltivate a prosecco tra aprile e agosto / settembre di ogni anno, la popolazione è in ostaggio ed è sequestrata in casa propria.

E’ ostaggio dell’utilizzo dei pesticidi che vengono irrorati sulle viti con strumenti che gettano la sostanza non solo sulla pianta, ma spesse volte la sostanza, a causa di varie situazioni ambientali e climatiche (umidità, presenza del vento, caldo, ecc.) si ritrovano anche nei giardini dei vicini ed anche a qualche chilometro dal punto dell’irroramento.

Non solo, ma queste sostanze interessano le acque di falda poiché spesso i trattamenti sono effettuati anche vicino ai corsi d’acqua e vanno ad inquinare l’acqua di superficie con problematiche legate anche alla estinzione di varietà di pesci e anfibi presenti.

Quattro pozzi di acque sotterranee sono stati trovati inquinati da pesticidi dall’ISPRA con valori sopra i limiti in tre comuni della DOCG prosecco (si veda l’ALLEGATO).

Le persone, quindi, sono costrette, per non inalare queste sostanze o comunque per inalarne il meno possibile, a modificare le loro abitudini di vita in base agli irroramenti, per esempio si evitano passeggiate all’aria aperta, si evita di stendere i panni all’aria, si evita di utilizzare parte dei propri giardini, si evita di coltivare il proprio orto biologico, si evita di far giocare i bambini in giardino, in sostanza è limitato il diritto alla salute e la proprietà privata.

In ogni caso, la pratica dell’irroramento, crea dei veri e propri “sequestri di persone”, poiché durante i trattamenti ed almeno nelle 48 ore successive è impossibile tenere aperte le finestre per arieggiare le abitazioni e si deve rimanere tappati in casa, d’estate! Tutto questo è sancito anzi nella DGR n. 1379/2012 (si veda l’ALLEGATO).

In molti casi, dopo i trattamenti, le persone confinanti con il campo di vite, accusano difficoltà respiratorie, bruciore di gola, eruzioni cutanee, in casi più gravi ed acuti anche capogiri.

L’utilizzo industriale dei pesticidi di sintesi ha fatto sparire molti insetti e sta facendo diminuire il numero di altri, per esempio sono scomparse lucciole, bombi, api selvatiche, cavallette, diminuite drasticamente le api perché queste vengono avvelenate dai pesticidi di sintesi e costringono gli apicoltori a transumare le arnie in montagna.

In alcune zone, poiché non ci sono più api,  circa il 50% dell’impollinazione non si verifica con conseguenze incalcolabili.

Solo alcuni esempi sui tipi di pesticidi di sintesi irrorati e le loro conseguenze sull’ambiente e sugli organismi viventi (incluso l’uomo).

Polyram, si legge che può provare una serie di sintomi come l’irritazione delle vie respiratorie; deve esserne sospeso l’utilizzo nei sette giorni antecedenti il raccolto del pomodoro e nei ventotto giorni prima per le altre colture.

Vertimec è dichiaratamente tossico per le api e, per questo motivo, non deve essere applicato al momento della fioritura, sfortunatamente molti trattamenti avvengono in completa fioritura.

Foliane 80 WG è sospettato di provocare il cancro ed è dichiaratamente nocivo se inalato, è costituito dal FOLPET che è molto probabile induca il cancro nell’uomo.

Soleil 50 WG è un prodotto tossico, come si legge nella sua scheda, può irritare le vie respiratorie, è nocivo se inalato.

Tutti i prodotti sono classificati come tossici per le specie acquatiche.

Se le colline de quo saranno considerate Patrimonio dell’Umanità le conseguenze saranno:

  1. consolidamento dell’attuale paesaggio completamente stravolto e non realistico rispetto all’originario, ma soprattutto non autoctono nel senso che non è quello presente solo dieci o otto anni fa;
  2. si avrà, probabilmente, un aumento del turismo, ma stante la completa assenza di una viabilità razionale (basta soltanto verificare quanto ci si impiega da Conegliano ad arrivare a Vittorio Veneto, passando per S. Giacomo di Veglia nelle ore di punta) e di servizi adeguati, ciò non farà altro che aggravare la già fragile situazione e in termini di inquinamento aumento di veicoli che rimangono fermi in colonna ed in termini di sfruttamento assiduo del territorio senza assecondarne i ritmi naturali;
  3. uno stato permanente di agitazione e manifestazioni della popolazione residente per i continui disagi provocati dal pericolo di deriva dei trattamenti. E questo diffuso e profondo disagio lo si può vedere dalla quantità e qualità dei sottoscrittori di questo documento.

Considerare le colline, coltivate a vite dalla quale produrre il Prosecco, Patrimonio dell’Umanità comporterà anche una responsabilità non solo morale nei confronti di tutti i giovani che stanno manifestando e lottando per limitare gli sconvolgimenti climatici, poiché, purtroppo, secondo uno studio del Wwf che ha elaborato i dati Arpav, nel 2016 in Veneto sono state vendute 16.920 tonnellate di pesticidi di sintesi, con un record di 4.085 nella provincia di Treviso!

Si ritiene che, a “Patrimonio dell’Umanità” debba assurgere un bene o un’opera dell’ingegno da salvaguardare perché particolarmente pregiato ed aulico, perché eleva lo spirito umano, il bene può essere opera dell’uomo o della natura.

Nelle colline in esame, di naturale è rimasto ben poco, l’industria a cielo aperto del prosecco, non ha nulla a che vedere con la coltivazione della vite di qualche decennio fa e i danni sono sotto gli occhi di tutti, il mondo contadino di un tempo che caratterizzava eticamente questa zona è scomparso lasciando il posto ad una imprenditoria industrializzata.

Ad avviso dei sottoscritti, il paesaggio presente sino a circa dieci / quindici anni fa poteva effettivamente essere considerato un patrimonio da proteggere, non quello attuale.

Si conclude evidenziando che, quando la bolla speculativa vinicola sarà passata, nelle colline del prosecco resteranno le conseguenze dei pesticidi di sintesi presenti e quindi i terreni dovranno essere massicciamente bonificati, ma oramai i danni all’ecosistema saranno irreversibili.

Spiace, ma si confida nel fatto che le Colline oggetto di attenta valutazione quale Patrimonio dell’Umanità non siano considerate tali.

Cordiali saluti e grazie per l’attenzione.

Il presente documento è stato approvato, nell’ambito dell’Assemblea del Forum Stop Pesticidi tenutasi a Conegliano (TV) il 3 Maggio 2019, dalle seguenti Associazioni, Comitati e Gruppi locali, regionali e nazionali:

Comitato Marcia Stop Pesticidi  – Italia
Amica Terra Onlus –  Gaiarine (TV)
ANPI  BL  – Belluno (BL)
APIMarca -Treviso (TV)
Ass. AIRETT – Follina (TV)
Cinema e Ambiente Vittorio Veneto – Vittorio Veneto (TV)
Cittadini attivi QDP  – Quartier del Piave (TV)
Colli Puri di Conegliano – Conegliano (TV)
ColtiviamoFuturo GAPM – Grappa, Asolo, Montello, Piave (TV)
Comitato No Pirogassificatore – Orsago Orsago (TV)
Comitato NO Pedemontana Treviso – Treviso (TV)
Comitato referendario Conegliano – Conegliano (TV)
Comitato Stop Pesticidi Friuli – Friuli Venezia Giulia
Fare Rete – (TV)
Follina Città dell’acqua – Follina(TV)
Friday For Future Vittorio Veneto – Vittorio Veneto (TV)
Gas Magalu Barbisano – Pieve di Soligo (TV)
GAS Andiamo Avanti Tornando Indietro – Miane (TV)
Genuino Clandestino Treviso – Treviso (TV)
Gruppo AIDO “Maria Rosa Biz”  – Follina (TV)
Gruppo AIL “Giuliano De Mari”  – Follina (TV)
Gruppo Mamme Revine Lago – Revine Lago (TV)
Gruppo Mamme Susegana – Susegana (TV)
Gruppo Mamme Valbelluna – (BL)PAN Italia – Italia
Gruppo Sano Biagio – San Biagio di C. (TV)
Gruppo Stop Pesticidi Tarzo – Tarzo (TV)
Gruppo Stop Pesticidi Alpago – (BL)
Gruppo Stop Pesticidi Cappella Maggiore – Cappella Maggiore (TV)
Gruppo Stop Pesticidi Cordignano – Cordignano (TV)
Liberi di Respirare Orsago – Orsago (TV)
Nuovo Comitato Ambiente Salute – (TV)
Per i nostri bambini Follina – Follina (TV)
Piano-Terra Vittorio Veneto – Vittorio Veneto (TV)
Rete Contadina Altamarca – (TV)
Rive Sane Colle Umberto – Colle Umberto (TV)
Sezione Soci Ramazzini Veneto – Veneto
Società Operaia Mutuo Soccorso Follina – Follina (TV)
WWF – OA -TV-BL – (TV), (BL)